HOSER: “DIO NON HA CREATO L’UOMO OMOSESSUALE”

La “normalizzazione”dell’omosessualità non può essere accettata dalla Chiesa. Purtroppo ci sono alcuni vescovi che giocano su questo, dicono un po’ sì e un po’ no. Giustificano, in fondo anche loro sono creati da Dio così. Ma questo non è vero, Dio non ha creato l’uomo omosessuale. La Chiesa non potrà mai accettare questo indirizzo, bisogna lottare contro.

HOSER CONF STAMPA 5 APR 17

Io ho parlato più volte in modo netto contro l’ideologia gender. Le principali vittime sono i giovani, anche perché tutti i media sono erotizzati: le pubblicità, internet, tutti pieni di erotismo. Poi questa convinzione terribile che tutti devono praticare sesso, tutti senza eccezioni. Perché fa bene, agisce contro la depressione, e via dicendo.

Il sesso ridotto ad attività sportiva e igienica. Così questi giovani non sono educati alla castità, e questo è una catastrofe: senza controllo delle pulsioni non è possibile la fedeltà. E la fedeltà è il metro del vero amore. Per questo trovo interessante, ad esempio, l’iniziativa dell’associazione Cuori Puri.

DALL’INTERVISTA ESCLUSIVA A MONSIGNOR HENRYK HOSER, PUBBLICATA DA “LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA”.

per leggere l’intervista integrale clicca qui

Burke: Correggere il Papa per obbedire a Cristo

Di notevole portata le dichiarazioni di Sua Eminenza il Cardinale americano Raymond Leo Burke. Le ha rilasciate in una intervista a La Nuova Bussola Quotidiana, alla vigilia di un convegno internazionale  che si svolgerà a Roma sabato 7 aprile sul tema “Dove va la Chiesa”. Riportiamo l’intera intervista concessa al Direttore della Testata Riccardo Cascioli:

Card.Burke

Il Cardinale statunitense Raymond Leo Burke

C’è chi accusa di disobbedienza quanti hanno espresso dubbi, domande e critiche all’operato del Papa, ma «la correzione della confusione o dell’errore non è un atto di disobbedienza, ma un atto di obbedienza a Cristo e perciò al Suo Vicario sulla terra». Così si esprime il cardinale Raymond Leo Burke in questa intervista a La Nuova BQ, alla vigilia di un importante convegno che ci sarà a Roma sabato 7 aprile sul tema “Dove va la Chiesa” (clicca qui), di cui lo stesso cardinale Burke sarà uno dei relatori. Il convegno di Roma si svolgerà nel ricordo del cardinale Carlo Caffarra, scomparso lo scorso settembre, uno dei firmatari dei Dubia. Come si ricorderà si tratta di 5 domande a papa Francesco volte ad avere una dichiarazione chiara di continuità con il Magistero precedente in seguito alla confusione creatasi con le diverse e a volte opposte interpretazioni dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia. A quei Dubia, di cui anche il cardinale Burke è un firmatario, mai è stata data risposta né papa Francesco ha mai risposto alla ripetuta richiesta di un’udienza da parte dei cardinali firmatari.

Eminenza, lei sarà uno dei principali relatori al convegno del 7 aprile, che nel nome del cardinal Caffarra si interrogherà sulla direzione della Chiesa. Già dal titolo del convegno si percepisce la preoccupazione per la direzione presa. Quali sono i motivi di tale preoccupazione?
La confusione e la divisione nella Chiesa, sulle questioni fondamentali e più importanti – il matrimonio e la famiglia, i Sacramenti e la giusta disposizione per accedervi, gli atti intrinsecamente cattivi, la vita eterna ed i Novissimi – diventano sempre più diffuse. E il Papa non soltanto rifiuta di chiarire le cose con l’annuncio della costante dottrina e sana disciplina della Chiesa, una responsabilità che è inerente al suo ministero quale Successore di san Pietro, ma aumenta anche la confusione.

Si riferisce anche al moltiplicarsi di dichiarazioni private che vengono riportate da coloro che lo incontrano?
Quello che è successo con l’ultima intervista concessa ad Eugenio Scalfari durante la Settimana Santa e resa pubblica il Giovedì Santo è andato oltre il tollerabile. Che un noto ateo pretenda di annunciare una rivoluzione nell’insegnamento della Chiesa Cattolica, ritenendo di parlare nel nome del Papa, negando l’immortalità dell’anima umana e l’esistenza dell’Inferno, è stata fonte di profondo scandalo non solo per tanti cattolici ma anche per tanti laici che hanno rispetto per la Chiesa Cattolica ed i suoi insegnamenti, anche se non li condividono. Oltretutto il Giovedì Santo è uno dei giorni più santi dell’anno, il giorno in cui il Signore ha istituito il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia e il Sacerdozio, affinché Egli possa offrirci sempre il frutto della Sua redentiva Passione e Morte per la nostra salvezza eterna. Inoltre la risposta della Santa Sede alle reazioni scandalizzate arrivate da tutto il mondo, è stata fortemente inadeguata. Invece di riannunciare chiaramente la verità sulla immortalità della anima umana e sull’Inferno, nella smentita c’è scritto solo che alcune parole citate non sono del Papa. Non dice che le idee erronee, perfino eretiche, espresse da queste parole non sono condivise dal Papa e che il Papa ripudia tali idee quali contrarie alla fede cattolica. Questo giocare con la fede e la dottrina, al livello più alto della Chiesa, giustamente lascia pastori e fedeli scandalizzati.

Se queste cose sono molto gravi, e fonte di imbarazzo, stupisce però anche il silenzio di tantissimi Pastori.
Certo, la situazione è ulteriormente aggravata dal silenzio di tanti vescovi e cardinali che condividono con il Romano Pontefice la sollecitudine per la Chiesa universale. Alcuni stanno semplicemente zitti. Altri fanno finta che non ci sia nulla di grave. Altri ancora diffondono fantasie di una nuova Chiesa, di una Chiesa che prende una direzione totalmente diversa dal passato, fantasticando ad esempio di un “nuovo paradigma” per la Chiesa o di una conversione radicale della prassi pastorale della Chiesa, rendendola completamente nuova. Poi ci sono quelli che sono entusiasti promotori della cosiddetta rivoluzione nella Chiesa Cattolica. Per i fedeli che capiscono la gravità della situazione, la mancanza di direzione dottrinale e disciplinare da parte dei loro pastori li lascia smarriti. Per i fedeli che non capiscono la gravità della situazione, questa mancanza li lascia in confusione ed eventualmente vittime di errori dannosi alle loro anime. Molti che sono entrati nella piena comunione della Chiesa Cattolica, essendosi battezzati in una comunione ecclesiale protestante, perché le loro comunità ecclesiali hanno abbandonato la fede apostolica, soffrono intensamente la situazione: percependo che la Chiesa Cattolica sta andando nella stessa via dell’abbandono della fede.

Quella che lei dipinge è una situazione apocalittica…
Tutta questa situazione mi porta a riflettere sempre più sul messaggio della Madonna di Fátima che ci ammonisce del male – ancora più grave dei gravissimi mali sofferti a causa della diffusione del comunismo ateistico – che è l’apostasia dalla fede dentro la Chiesa. Il n. 675 del Catechismo della Chiesa Cattolica ci insegna che “[p]rima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti“, e che “[l]a persecuzione che accompagna il suo [della Chiesa] pellegrinaggio sulla terra svelerà il «mistero di iniquità» sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al presso dell’apostasia dalla verità”.

In una tale situazione i vescovi e i cardinali hanno il dovere di annunciare la vera dottrina. Allo stesso tempo devono condurre i fedeli a fare riparazione per le offese a Cristo e le ferite inflitte al Suo Corpo Mistico, la Chiesa, quando la fede e la disciplina non sono giustamente salvaguardate e promosse dai pastori. Il grande canonista del XIII secolo, Enrico da Susa o l’Ostiense, affrontando la difficile questione di come correggere un Romano Pontefice che agirebbe in un modo contrario al suo ufficio, afferma che il Collegio dei Cardinali costituisce un controllo de facto contro l’errore papale.

Senza dubbio, oggi è molto discussa la figura di papa Francesco. Si passa facilmente dall’esaltazione acritica di qualsiasi cosa egli faccia alla critica spietata per ogni suo gesto ambiguo. Ma in qualche modo il problema di come rapportarsi al Papa vale per ogni pontefice. Per cui alcune cose necessitano di essere chiarite. Intanto, cosa rappresenta il Papa per la Chiesa?
Secondo il costante insegnamento della Chiesa, il Papa, per la volontà espressa di Cristo, è “il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (Costituzione Dommatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II, n. 23). È l’essenziale servizio del Papa di salvaguardare e promuovere il deposito della fede, la vera dottrina e la sana disciplina coerente con le verità credute. Nell’intervista già citata con Eugenio Scalfari, ci si riferisce compiacenti al Papa come “rivoluzionario”. Ma l’Ufficio Petrino non ha niente, assolutamente niente, da fare con la rivoluzione. Al contrario, esiste esclusivamente per la conservazione e propagazione della fede cattolica immutabile che conduce anime alla conversione di cuore e conduce tutta l’umanità alla unità fondata sull’ordine iscritto da Dio nella Sua creazione e soprattutto nel cuore dell’uomo, l’unica creatura terrena fatta ad immagine di Dio. È l’ordine che Cristo ha restaurato per il Mistero Pasquale che stiamo celebrando in questi giorni. La grazia della Redenzione che promana dal Suo Cuore trafitto glorioso nella Chiesa, nei cuori di suoi membri, dà la forza per vivere secondo questo ordine, cioè in comunione con Dio e con il prossimo.

Sicuramente il Papa non è un sovrano assoluto, eppure oggi è molto percepito in questo modo. “Se lo dice il Papa…” è il modo comune di troncare qualsiasi domanda o dubbio su alcune affermazioni. C’è una sorta di papolatria. Come vi si risponde?
La nozione della pienezza del potere del Romano Pontefice è stata chiaramente enunciata già da Papa San Leone Magno. I canonisti del Medioevo hanno contributo grandemente all’approfondimento del potere inerente l’Ufficio Petrino. Il loro contributo rimane sempre valido e importante. La nozione è assai semplice. Il Papa, per la volontà divina, gode di tutto il potere necessario per poter salvaguardare e promuovere la vera fede, il vero culto divino, e la richiesta sana disciplina. Questo potere appartiene non alla sua persona ma al suo ufficio di Successore di san Pietro. Nel passato, per lo più, i papi non hanno resi pubblici i loro atti personali o le loro opinioni, proprio per non rischiare che i fedeli siano confusi su quello che fa e pensa il successore di san Pietro. Attualmente, c’è una rischiosa e perfino dannosa confusione della persona del Papa con il suo ufficio che risulta nell’oscuramento dell’Ufficio Petrino e in un concetto mondano e politico del servizio del Romano Pontefice nella Chiesa. La Chiesa esiste per la salvezza delle anime. Qualsiasi atto di un Papa che mina la missione salvifica di Cristo nella Chiesa, sia un atto eretico o sia un atto peccaminoso in se stesso, è semplicemente vuoto dal punto di vista dell’Ufficio petrino. Quindi anche se chiaramente reca gravissimo danno alle anime, non comanda l’obbedienza di pastori e fedeli. Dobbiamo sempre distinguere il corpo dell’uomo che è il Romano Pontefice dal corpo del Romano Pontefice, cioè dell’uomo che esercita l’ufficio di san Pietro nella Chiesa. Non fare la distinzione significa papolatria e finisce con la perdita di fede nell’Ufficio Petrino divinamente fondato e sostenuto.

Nel rapporto con il Papa a cosa un cattolico deve tenere maggiormente?
Il cattolico deve sempre rispettare, in modo assoluto, l’Ufficio Petrino quale parte essenziale dell’istituzione della Chiesa da parte di Cristo. Il momento nel quale il cattolico non rispetta più l’ufficio del Papa si è disposto o allo scisma o alla apostasia dalla fede. Allo stesso tempo, il cattolico deve rispettare l’uomo incaricato con l’ufficio che significa attenzione al suo insegnamento e direzione pastorale. Questo rispetto include anche il dovere di esprimere al Papa il giudizio di una coscienza rettamente formata, quando egli devia o sembra deviare dalla vera dottrina e sana disciplina o abbandona le responsabilità inerenti il suo ufficio. Per il diritto naturale, per i Vangeli, e per la costante tradizione disciplinare della Chiesa, i fedeli sono tenuti ad esprimere ai loro pastori la loro premura per lo stato della Chiesa. Hanno questo dovere al quale corrisponde il diritto di ricevere una risposta dai loro pastori.

Quindi è possibile criticare il Papa? E a quali condizioni?
Se il Papa non adempie il suo ufficio per il bene di tutte le anime, non è soltanto possibile ma anche necessario criticare il Papa. Questa critica deve seguire l’insegnamento di Cristo sulla correzione fraterna nel Vangelo (Mt 18, 15-18). Prima, il fedele o pastore deve esprimere la sua critica in un modo privato, che permetterà al Papa di correggersi. Ma se il Papa rifiuta di correggere il suo modo di insegnare o agire gravemente mancante, la critica deve essere resa pubblica, perché ha da fare con il bene comune nella Chiesa e nel mondo. Alcuni hanno criticato quelli che hanno espresso pubblicamente la critica al Papa quale una manifestazione di ribellione o di disobbedienza, ma domandare – con il rispetto dovuto per il suo ufficio – la correzione di confusione o errore non è un atto di disobbedienza, ma un atto di obbedienza a Cristo e perciò al Suo Vicario sulla terra.

Con don Nicola Bux. Convintamente.

Msgr. Nicola Bux.

Quella di Mons. Bux è un opera veramente meritoria. Dopo una vita dedicata a Cristo ed alla Sua Chiesa (ed alla sana teologia e liturgia) si trova ora ad affrontare la inaudita crisi ecclesiale che tutti stiamo vivendo.
Ma il sacerdote barese non arretra: coraggiosamente gira l’Italia, scrive libri. E se necessario rilascia interviste (come quella qui riportata in coda a queste brevi note: CLICCA QUI ).
Nei suoi incontri -spesso osteggiati o comunque ignorati dalla Diocesi e/o dal Clero locale- è limpido, lucido e sereno.
“Criticare il Papa non è un peccato” a volte dice. Naturalmente con garbo, rispetto e carità.
La sua “Scuola Ecclesia Mater” con pochissimi mezzi e pochi (ma validi) collaboratori sta rendendo un servizio al Popolo di Dio di un valore incalcolabile.

Il timore è che, prima o poi, venga fermato, “catturato”, punito…..

Ma noi siamo con lui! Convintamente.

cosimo de matteis


Riportiamo parte dell’articolo così come lo ha tradotto Marco Tosatti nel suo articolo “BUX: CRISI, DIVISIONI, APOSTASIA. É NECESSARIA UNA PROFESSIONE DI FEDE DEL PAPA. COME PAOLO VI” sul sito “Stilum Curiae”

“Il punto è: quale idea ha il papa del ministero Petrino, così come è descritto in Lumen Gentium 18 e codificato dalla legge canonica? Di fronte alla confusione e all’apostasia, il Papa dovrebbe fare una distinzione – come Benedetto XVI fece – fra ciò che pensa e dice come studioso privato e quello che deve dire come Papa della Chiesa cattolica. Per essere chiari: il Papa può esprimere le sue idee come uno studioso privato su argomenti di discussione che non sono definiti dalla Chiesa, ma non può fare affermazioni eretiche, nemmeno privatamente. Altrimenti ciò sarebbe egualmente eretico:

Credo che il papa sappia che ogni credente – chi conosce le regole della fede o il dogma, che fornisce a ciascuno il criterio per sapere quella che è la fede della Chiesa, quello che ciascuno deve credere e ciò che ciascuno deve ascoltare – può vedere se sta parlando e agendo in un modo cattolico, o è andato contro il sensus fidei della Chiesa. Anche un solo credente può chiedergliene conto. Così chiunque pensi che presentare dubbi (Dubia) al papa non sia un segno di obbedienza, non ha capito, 50 anni dopo il Vaticano II, la relazione fra il papa e l’intera Chiesa. Obbedienza al Papa dipende solamente dal fatto che lui è legato dalla dottrina cattolica, alla fede che deve continuamente professare davanti alla Chiesa.

PAOLO VI

Siamo in una piena crisi di fede! Quindi, per fermare le divisioni in corso, il Papa, come Paolo VI nel 1967, di fronte a teorie erronee che circolavano poco dopo la conclusione del Concilio, dovrebbe fare una dichiarazione o professione di fede, affermando ciò che è cattolico e correggere quelle parole e quei gesti ambigui ed erronei – i suoi e quelli dei vescovi – che sono interpretati in maniera non cattolica.

Altrimenti sarebbe grottesco che mentre si cerca l’unità con i cristiani non cattolici e persino intese con i non cristiani, l’apostasia e la divisione siano alimentate all’interno della Chiesa cattolica. “Per molti cattolici è incredibile che il Papa chieda ai vescovi di dialogare con chi la pensa in maniera differente (per esempio i cristiani non cattolici) ma non voglia lui per primo affrontare i cardinali che sono i suoi consiglieri principali. Se il Papa non difende la dottrina non può imporre la disciplina. Come disse Giovanni Paolo II, anche il Papa ha sempre bisogno di conversione, per essere in gradi di rafforzare i suoi fratelli, secondo le parole di Cristo: ‘Et tu autem conversus, confirma fratres tuos’”.

Dr Zanet talks of the martyrdom of Fr Titus Zeman

Tito Zeman è un sacerdote salesiano slovacco morto martire -vittima della persecuzione comunista del Novecento- che la Chiesa proclamerà Beato il prossimo 30 settembre.

In questa breve intervista la dottoressa Lodovica Maria Zanet, che ha scritto  la Positio super martyrio di don Zeman, parla del significato del martirio in odium fidei .

LODOVICA MARIA ZANET

Lodovica Maria Zanet, docente universitaria e collaboratrice della Postulazione della Congregazione Salesiana, è autrice di diverse pubblicazioni. E’ in uscita un volume interamente dedicato al martirio. Del martire slovacco don Tito Zeman ha scritto la biografia ufficiale “Oltre il fiume, verso la salvezza”.

cosimo de matteis 

“Benedetto XVI deve allontanarsi dal Vaticano e tacere per sempre”

BENEDETTO XVI

Questo è un blog curato da un povero peccatore (il sottoscritto) pieno di miserie e limiti che ha conseguito un notevole numero di insuccessi (o fallimenti se si preferisce) ed anche per queste ragioni dovrebbe restare in silenzio. Ed è quello che si prova a fare.

Ma è difficile restare in silenzio quando si leggono certe cose. Parliamo delle parole riportate in un sito della Rai (anche questo è significativo e pure questo andrebbe approfondito) che ha approntato in fretta una intervista ad un tale.
Chi è costui lo leggerete -se vorrete- nell’intervista di cui a fine articolo riportiamo il link e lì potrete leggere tutte le cose dette in questa intervista che pare sia curata da tale Pierluigi Mele (non troviamo altro nome in questo sito della Rai).

grillo-300x300

Andrea Grillo – E’ suo il pesante attacco contro Benedetto XVI che leggete in questo articolo. Il liturgista, che insegna al Sant’Anselmo ha di recente espresso forti dubbi verso la REALE PRESENZA DI GESU’ NELL’EUCARISTIA (vedi qui) 

Quello che è grave è il tono ed il contenuto: l’intervistato (che insegna in una Facoltà Pontificia) attacca Benedetto XVI in un modo inaudito. Per quello che può valere: mi sento di esprimere tutto l’affetto, la solidarietà e la stima immensa verso Sua Santità.
Per quanto riguarda questa persona valgono alcune delle parole che vengono riportate per far comprendere la gravità della avversione a Benedetto XVI del quale viene detto:
“Se non solo parla, ma addirittura esalta un Prefetto che ha creato continui imbarazzi alla Chiesa e al suo successore, si apre un conflitto pericoloso, che richiederebbe comportamenti più prudenti e parole più responsabili. Si dovranno prevedere, in futuro, norme che regolamentino in modo più netto e sicuro la “morte istituzionale” del predecessore e la piena autorità del successore, in caso di dimissioni.(…)
Non può esserci coabitazione. Questo è ora del tutto evidente. Come è evidente che la veste bianca e la loquacità, oltre alla residenza, debbono essere dettagliatamente normate. Il Vescovo emerito deve allontanarsi dal Vaticano e tacere per sempre

Sua Eminenza il Cardinale Robert Sarah è di recente intervenuto per stigmatizzare le parole di Grillo (CLICCA QUI) 

PER LEGGERE L’INTERA INTERVISTA AD ANDREA GRILLO  CLICCARE QUI

Oppure andare a questo URL: http://confini.blog.rainews.it/2017/05/19/ratzinger-rinuncia-alla-rinuncia-la-fine-di-un-mito-intervista-ad-andrea-grillo/

MEDJUGORJE – La veggente Mirjana rivela a padre Livio il “18 marzo”

Papa Wojtyla lo disse chiaro: “Medjugorje è il centro spirituale del mondo”. Nella sua santità – e spesso i santi hanno doni mistici quali la profezia– Giovanni Paolo II colse subito la autenticità delle apparizioni di Medjugorje checché ne dicano i detrattori: suoi personali (si, Karol Wojtyla ha avuto -ed ha ancora oggi- feroci nemici) e di Medjugorje.

GP2 SANTO

Il suo immenso Pontificato (come tutti quelli del Novecento, per grazia di Dio) intriso di grande spiritualità mariana ed innervato di sana teologia (non a caso scelse Joseph Ratzinger come custode e garante della Dottrina) si è snodato quasi in parallelo con la mariofania di cui stiamo parlando. Mariofania che è in perfetta continuità con quanto la Vergine disse a Fatima.

Le apparizioni ebbero inizio nel Giugno del 1981: egli era Papa da un paio d’anni e pochi giorni prima fu vittima di un inaudito attentato che umanamente avrebbe dovuto ucciderlo. San Giovanni Paolo II sopravvisse e guidò la Chiesa di Cristo per lunghissimi anni, fin al 2005.

PADRE LIVIO celebra

Se Papa Wojtyla fu uno dei maggiori e più autorevoli “sostenitori” della Regina della Pace lo stesso può dirsi per padre Livio Fanzaga, Direttore di Radio Maria che è pure essa uno dei tanti buoni frutti di Medjugorje.

Anche il percorso di Radio Maria corre parallelo alla grande mariofania: e lo è tuttora. Incalcolabile il bene operato da questa radio e, certamente, da padre Livio. Ci avviciniamo al 18 marzo: pochi giorni, poche ore ancora e la Madonna parlerà, in una apparizione straordinaria, al mondo intero.

Mirjana

E perché il 18 Marzo? Lasciamo che siano proprio gli stessi padre Livio e la veggente Mirjana Dragicevic a spiegarcelo nella intervista che segue: leggete con attenzione!

PADRE LIVIO: Il 18 marzo è il giorno del tuo compleanno. È per questo che la Madonna lo ha scelto?

MIRJANA: Sai questa domanda non è molto bella e qualche volta mi fa arrabbiare il fatto che la gente pensi che la Madonna viene ogni 18 marzo perché è il mio compleanno. È terribile per me quando mi dicono: “Ecco la Madonna è venuta per il tuo compleanno”. Ma la Madonna non mi ha mai detto “Buon compleanno”. Quando incominceranno a realizzarsi molte cose, allora, si comprenderanno queste date che la Madonna ha dato, e il fatto che sia il mio compleanno non c’entra.

Cos’altro aggiungere? Niente direi. Vegliamo e, soprattutto, preghiamo. Mater Ecclesia ora pro nobis, Debellatrice di tutte le eresie prega per noi, Regina Pacis ora pro nobis.

cosimo de matteis

MATER ECCLESIAE

Il mio Cuore brucia d’amore per voi. La sola parola che desidero dire al mondo è questa: conversione, conversione! Fatelo sapere a tutti i miei figli. Chiedo solo conversione. Nessuna pena, nessuna sofferenza mi è di troppo pur di salvarvi. Vi prego soltanto di convertirvi! Pregherò mio figlio Gesù di non punire il mondo, ma vi supplico: convertitevi! Voi non potete immaginare ciò che accadrà, né ciò che Dio Padre manderà sul mondo. Per questo vi ripeto: convertitevi! Rinunciate a tutto! Fate penitenza! Ecco, qui c’è tutto ciò che desidero dirvi: convertitevi! Portate il mio ringraziamento a tutti i miei figli che hanno pregato e digiunato. Io presento tutto al mio divin Figlio per ottenere che egli mitighi la sua giustizia nei confronti dell’umanità peccatrice.

Verità e splendore della differenza sessuale – Intervista a padre Etienne Roze

Il francese Padre Etienne Roze autore del  libro "Verità e splendore della differenza sessuale"  edito da Cantagalli.

Il francese Padre Etienne Roze autore del libro “Verità e splendore della differenza sessuale” edito da Cantagalli.

Padre Roze, perché ha sentito l’esigenza di scrivere un libro sulla differenza sessuale?

Ho lavorato per molti anni a contatto con migliaia di giovani e non ho potuto fare a meno di notare le grandi difficoltà che i ragazzi avevano nel definire la propria identità sessuale. Era come se esitassero ad esprimere il maschile e il femminile attraverso la loro corporeità. Ho deciso allora di approfondire la mia intuizione e indagare le cause di questa indeterminazione attraverso lo studio della Bibbia e di diversi autori, inclusi promotori della gender theory come Judith Butler (1956). Se fino a quel momento avevo osservato i segni dell’indifferenziato nei comportamenti dei ragazzi, dopo un’attenta analisi dei testi della Butler, ho iniziato a capire che le origini della loro confusione erano insite nel modo di concepire il rapporto uomo-donna: una conseguenza del relativismo culturale in cui vivevano e che impregnava il loro modo di pensare la realtà antropologica.

Il percorso tracciato dal suo libro parte proprio dalla gender theory

Il mio studio inizia con un’analisi della gender theory e dalle ragioni che hanno portato a questa devianza. La gender theory ruota intorno a tre termini: nichilismo, dualismo e marxismo. Il nichilismo rifiuta ogni verità oggettiva, sostenendo che ognuno è libero di dare un senso alla realtà e plasmarla a proprio piacimento. Quindi si abbandona il sesso, il dato originario, e si pretende di poter progettare ciò che si vuole per la natura umana. Qui entra in gioco la visione dualista, ovvero la tendenza a rifiutare ogni tipo di realtà duale. In questo scenario l’eterosessualità è interpretata come un modello egemone che impedisce alle altre identità di esprimersi e le cui cause discriminatorie devono essere decostruite e minate attraverso la creazione di un terzo genere. Qualcuno ha giustamente associato il terzo genere al “cavallo di Troia”: un’eccellente immagine che mostra come, entrando sovversivamente nella piazza, si può prendere possesso dell’intera città e dei suoi abitanti. Infine si innesca la dinamica dell’odio introdotta dal marxismo, che oggi prende il nome di omofobia e lotta all’omofobia, mentre un secolo fa era identificata nella lotta di classe. Negli ultimi anni questa ideologia è stata ripresa dal femminismo e applicata al gender, mantenendo la stessa struttura. Se cento anni fa era il proletariato che doveva combattere il capitale, oggi occorre eliminare le cause dell’ingiustizia introdotta dalla differenza.

In quest’ottica la differenza diviene diseguaglianza, oppressione…

Nella gender theory la parola differenza crea rivalità e opposizione, perché per questa teoria la natura umana non esiste più. Il gender non considera il corpo, esiste solo un progetto. Ognuno diventa ciò che vuole essere. Uomo, donna, animale. È l’imposizione della cultura sulla natura. E se la natura umana non esiste più, l’eterosessualità diviene un’insopportabile realtà egemone che schiaccia qualsiasi altra identità di genere. Bisogna dunque creare un terzo genere destinato a sconvolgere l’equilibrio binario uomo-donna e a sovvertire l’antropologia classica. Al contrario di quanto sostenuto dalla teoria gender, la realtà ci dice che esiste una relazione di parità tra l’uomo e la donna, in cui lei è uguale a lui e viceversa. Nessuno dei due, preso singolarmente, può esaurire la natura umana, ma entrambi ne sono capaci nel momento in cui si donano l’uno all’altra. Sono fondati su una relazione di parità, ma complementari perché differenti. Questo è il progetto di Dio.

Di fronte alla negazione della differenza sessuale, possiamo parlare di una crisi della verità?

Se l’intelligenza non riconosce la realtà ma se ne inventa una propria, perché è stata ingannata nella ricerca oppure a causa di processi filosofici che ritengono l’intelligenza umana incapace di comprendere la verità, allora si cade nell’idealismo. Oggi l’uomo si è inventato una verità che non è reale.

Nel tracciare una via di reazione a questa «eresia antropologica», lei invita a ripartire dal corpo…

Non esiste “esperienza originaria” che non coinvolga il corpo dell’uomo, il suo corpo sessuato. Il corpo sembra essere il primo testimone dell’“esperienza originaria”. La carne è l’epifania di un vissuto interiore: non posso descrivermi se non con il mio corpo ed è importante comprendere come in esso è improntata la differenza sessuale. La ragione per la quale il dato corporeo è svanito e i significati della carne sono stati in gran parte neutralizzati è lo svuotamento dell’intimità sessuale. Le cause dell’attuale deriva antropologica e della negazione di ogni differenza sono da ricercarsi nella perdita di significato dell’atto coniugale. Grazie a questo relativismo sessuale, l’ideologia del gender ha trovato lo spazio libero per una ridefinizione dell’uomo.

L’INTERVISTA E’ DI MARTA PETROSILLO ; E’ STATA PUBBLICATA SU “LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA” IL 2 MARZO 2015

(LINK DIRETTO ALL’ARTICOLO: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-roze-riscoprire-la-bellezza-della-diversitala-gender-theory-sfigura-limmagine-di-dio-11954.htm#.VPRL-6mwSLo.facebook )

***

copertina - VeritàIL LIBRO – Ciascuna epoca, secondo Heidegger, ha una cosa a pensare. Una sola. La differenza sessuale è quella del nostro tempo. Dal 2000, diversi Paesi hanno legalizzato, a ritmi sempre più accelerati, le unioni di persone delle stesso sesso, dando all’antropologia un nuovo profilo. Di cosa si tratta? Della difesa dei diritti delle persone gay o piuttosto del lento ma inesauribile avvio verso nuove definizioni antropologiche? Sarà la gender theory, cioè la dissociazione del genere dal sesso, la più significativa espressione di queste eresie antropologiche? L’intenzione di questo libro perciò vuole essere una reazione positiva a una situazione sempre più deleteria perché crediamo che la positività produca positività e la bellezza generi bellezza. Per condurre correttamente l’analisi, la differenza sessuale è stata considerata sotto diversi aspetti, quello filosofico, esegetico, fenomenologico, psicologico, teologico. Il titolo “Verità e splendore della differenza sessuale”, oltre ad essere la chiave di lettura di questo libro, vuole anche essere un programma di vita perché quando si è intravista la bellezza della verità ed il suo fascino è difficile non corrispondervi. ETIENNE ROZE, “Verità e splendore della differenza sessuale”, Cantagalli Editrice, Siena, 2014. Pp. 464