Tre anni senza don Amorth: una riflessione e due fotografie

DON AMORTH SETTEMBRE 1959Tre anni fa –il 16 Settembre del 2016, era un venerdì- moriva il sacerdote Paolino don Gabriele Amorth. Per tutte le informazioni –vita, morte e miracoli, verrebbe da dire- rinviamo ad altri siti (per esempio questo) e soltanto vogliamo ricordarlo con due foto.  La prima lo ritrae giovane ed energico prete – aveva 34 anni ed era stato ordinato Sacerdote 4 anni prima, il 24 Gennaio del 1954- a Catania. Era il 13 Settembre del ’59 ed in occasione del Congresso Eucaristico ivi svolto i Vescovi italiani avevano solennemente consacrato il nostro Paese al Cuore Immacolato di Maria e don Amorth  ebbe un ruolo notevole e determinante per questo affidamento all’Immacolata della nostra Patria. (per maggiori informazioni clicca qui) .

La seconda foto non ha bisogno di didascalie. La pubblico perché ricordiamo tutti –io per primo- che quaggiù sulla terra siamo di passaggio. Don Gabriele è morto sazio di giorni –ultranovantenne- e, in ogni caso “gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci dileguiamo”.

Prega per noi don Amorth!

cosimo de matteis 

 

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Anniversario della morte di don Amorth: per molti è “già santo”

 

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Esattamente un anno fa moriva don Gabriele Amorth, sacerdote paolino ed il più noto esorcista al mondo. Don Amorth è morto sereno e sazio di giorni. Certo non senza sofferenza ma con la grande fede nel Risorto e l’amore smisurato alla Vergine Santa che ha guidato la sua lunga vita.
Bisogna pure dire che per molti è considerato un santo. Anzi: già in vita aveva fama di santità. E molte persone, di ogni parte del mondo, lo pregano e la venerano come un santo. Noi lo pensiamo già in Paradiso ma, naturalmente, sarà la Madre Chiesa a doverlo sancire.
Qui si vuole solo ricordare il primo Anniversario della sua morte, avvenuta nel giorno dei santi martiri Cipriano e Cornelio pastori generosi e martiri intrepidi. Noi preghiamo il Signore con il loro aiuto di essere forti e perseveranti nella fede, per collaborare assiduamente all’unità della Chiesa. Certamente don Amorth, che non ha mai lesinato critiche a Vescovi e Cardinali (memorabile le sue parole ad un noto Cardinale che non crede nell’esistenza del diavolo!), è accanto a noi in questa battaglia per la Verità che è Cristo.

cosimo de matteis

Amorth e Mons. Marinelli fanno tremare la Curia Romana. Anche da morti.

Il celebre esorcista don Gabriele Amorth, morto in concetto di santità, narrò un fatto. Anzi: lo scrisse in uno dei suoi ultimi libri. Ecco cosa dice don Amorth:

copertina VIA COL VENTO

 

“Nel 1999 è uscito un libro che s’intitola Via col vento in Vaticano. L’autore, anonimo, era un monsignore della curia romana. Presto tutti seppero il suo nome, Luigi Marinelli. Prima della pubblicazione del libro Marinelli venne più volte a confidarsi con me.

Era indeciso se pubblicare il libro o meno. Perché questa indecisione? Perché il libro è una collezione di aneddoti piccanti. Storie di carriere, arrivismi, avventure amorose.

E anche riti e pratiche poco chiare, che si avvicinano al satanismo. Certo, non tutto quello che c’è scritto in quel libro è vero, ma in gran parte lo è. Questo è il mio parere.”

padre gabriele amorth sorridente

Fermiamo un attimo don Amorth. Riepiloghiamo: Monsignor Luigi Marinelli è un Sacerdote, di Cerignola, che lavora presso il Vaticano. E vi resta per diversi anni. Vede e sente cose terribili. In coscienza riflette, si consiglia con padre Amorth, non sa se riferire certe cose spaventose ed abominevoli. Cose che, in effetti, leggendo il libro lasciano di stucco. Cose che, fra un poco, riferiremo. Ma ora ridiamo la parola a don Amorth:

“Ora, questo libro, appena uscito sparì dai banchi delle librerie. Il Vaticano fece comperare tutte le copie. E poi, cosa ancora più curiosa, l’uscita fece pochissimo chiasso sui giornali. Perché?

Come fu possibile che rivelazioni così esplosive non scatenassero il solito can-can dei media?

Difficile rispondere. Di certo c’è un fatto: questo libro conferma che quando Paolo VI parlava in qualche modo della presenza del demonio nella Chiesa non aveva tutti i torti. Doveva essere un allarme per la Chiesa, ma non lo fu.”

Allora, don Amorth è chiaro: il libro di Mons. Marinelli conferma le parole del Beato Paolo VI riguardo la presenza -attiva- del diavolo all’interno della Chiesa. E non è una generica affermazione. Don Amorth pesa le parole, sa quello che dice. Ricordiamo che è un esorcista, un santo ed esperto esorcista. Ed allora vediamo alcune delle tante cose che Monsignor Luigi Marinelli scrisse, ricordando quella che fu la reazione Il Vaticano fece comperare tutte le copie, il libro sparì letteralmente dalle librerie. Ancora oggi è molto difficile trovarlo.

marinelli

Monsignor Luigi Marinelli, di Cerignola, autore del libro.

Una delle tante rivelazioni di mons. Marinelli riguarda come la massoneria agisce nella Chiesa. Oltre a fornire molti nomi di Vescovi affiliati (e questo spiega la reazione inaudita del Vaticano che fece “sparire” tutte le copie del libro!!!) viene illustrato come i figli della vedova individuano i pretini ambiziosi e come li seduce:

“….esiste un vero noviziato per gli ecclesiastici da aggregare all’ordine massonico. Vi è una certa categoria di persone che la massoneria destina come addetti alla selezione dei possibili collaboratori da scegliere  tra gli ecclesiastici, i quali devono essere forniti di certe doti: spiccata intelligenza, avidità di carriera, ambizione, pronto intuito a capire e a fingere di non capire…, generosità nel servizio, eventualmente anche prestanza fisica e bell’aspetto.


SEMINARISTA

Monsignor Luigi Marinelli è un fiume in piena, continua a descrivere come la massoneria sceglie i vescovi, i preti e persino i seminaristi. Costoro devono possedere certe:

“doti eccellenti per la scelta e la destinazione del novero massonico. Quando tutto ciò si trova riunito in un giovane ecclesiastico, che sia diocesano o religioso poco importa, specialmente se provvisto di straordinaria capacità di intuizione, assimilazione alla vita intellettuale, notevole estro espressivo e comunicativo, quando c’è tutto questo allora si passa alla fase dell’abbordamento iniziandolo a solleticarlo nell’amor proprio. Condizione assoluta è che, almeno in questa prima fase, il designato (prete od anche solo seminarista) rimanga completamente all’oscuro circa la trama che gli si va ordendo attorno.”

C’è da restare esterrefatti. Ed allora si comprende bene perché non solo il libro spari da tutte le librerie (“Il Vaticano fece comperare tutte le copie”, ci assicura don Gabriele Amorth) ma lo stesso Marinelli subì una vendetta atroce! (CLICCA QUI PER LEGGERE LE REAZIONI IN VATICANO). Una vendetta che non si attenuò neppure in punto di morte e che si perpetua, ostinata e rancorosa, ancora oggi.

Anche in rete è pressoché impossibile trovare notizie di Luigi Marinelli. Ecco perchè è stato provvidenziale don Gabriele Amorth che, poco prima di andare in Paradiso, ha voluto in qualche modo “riabilitare” questo Monsignore di Cerignola colpevole soltanto di aver detto delle verità scomode. E noi riportiamo alcune di quelle rivelazioni, ancora riguardo il modo di agire della massoneria nei confronti degli ambiziosi preti avidi di carriera costi quel che costi e pronti pure a vendersi l’anima al diavolo (e non è un modo di dire):

“Condizione assoluta è che, almeno in questa prima fase, il designato (prete od anche solo seminarista) rimanga completamente all’oscuro circa la trama che gli si va ordendo attorno. La tecnica massonica impone il gradualismo nelle rivelazioni per cui l’affiliato viene a conoscere dei veri fini della setta segreta soltanto poco per volta a seconda di come i superiori lo ritengano. I modi di abbordare sono tanti e sempre diversi: un invito in un’ambasciata di comodo per una festa….”

Ecco, in coscienza crediamo di aver fatto quello che è dovere di ogni battezzato. La situazione ecclesiale, la confusione di milioni di fedeli, gli scandali di preti coinvolti in vergognose pratiche omosessuali: tutto questo impone di indicare la responsabilità di tale degrado. E questa va ricondotta alla sulfurea azione dei figli della vedovaquella massoneria acerrima nemica della Chiesa Cattolica. Quella setta che nasce nel 1717 (diciassette e diciassette). E che in questo 300° anniversario (che coincide con il 500° dell’eresia luterana) vorrebbe coronare l’antico sogno di distruggere, magari il 24 giugno -giorno molto caro ai massoni- il Corpo Mistico di Cristo. Poveri illusi. L’Immacolata vincerà.

cosimo de matteis

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ANTONIETTA GUADALUPI – dati biografici

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Antonietta Guadalupi nasce a Brindisi il 22 novembre 1947. E’ battezzata l’8 dicembre dello stesso anno presso la Parrocchia “Santissima Annunziata”. Il 5 giugno del 1954, all’età di sei anni e mezzo, riceve la Prima Comunione e la Cresima presso la medesima chiesa parrocchiale. Successivamente la famiglia -padre Fortunato, mamma Maria ed il fratello Salvatore di un anno più grande di Antonietta- cambiano casa e vanno ad abitare in via Cristoforo Colombo: la sua nuova Parrocchia è ora quella di San Benedetto.

Frequenta asilo e scuola elementare presso l’Istituto delle Suore Francescane. Inizia la scuola media presso la “Salvemini”: la malattia della madre e la morte -avvenuta il 17 ottobre del 1960- le fanno interrompere gli studi. Antonietta ha solo 13 anni.
Le tribolazioni non le tolgono la fede trasmessale: frequenta la Parrocchia, mai perde la gioia di vivere e l’amore al Signore.
Per grazia di Dio e provvidenzialmente conosce nel 1965 l’Istituto Maria Santissima Annunziata(Imsa): in quello stesso anno partecipa a degli Esercizi Spirituali che fanno maturare in lei la scelta di Consacrarsi totalmente al Signore all’interno di quel “ramo” della Famiglia Paolina.
Il 17 agosto 1967 Antonietta, quasi ventenne, inizia il Postulato (ad Ariccia, Roma) tra le Annunziatine: esso non è residenziale ma prevede, come il Noviziato successivo, di restare in famiglia, nel mondo, senza abito religioso.
Nel gennaio del 1969 muore improvvisamente il padre Fortunato.

Antonietta resta completamente orfana col fratello Salvatore: è una grande prova per lei che vive con fede forte e determinata. Nel frattempo ha ripreso gli studi ed ha conseguito la Maturità al Liceo Classico “Marzolla” l’anno scolastico 1968-1969.
Il 27 luglio 1971, a Galloro (Roma) Antonietta fa la sua Professione semplice nell’Imsa.
Per poco più di un paio d’anni prova a studiare Medicina presso l’università di Bari. Aiutata nella direzione spirituale da don Gabriele Amorth, Delegato delle Annunziatina, matura la scelta di trasferirsi a Milano per frequentare il Corso di Infermiera Professionale presso l’Istituto Nazionale Tumori.
E’ il settembre del 1974: Antonietta ha 27 anni ed inizia una nuova fase della sua vita.
Consegue nel 1976 il Diploma a pieni voti.
Il 5 settembre del 1976, a Martina Franca (Taranto), Antonietta emette i voti perpetui.
La sua Parrocchia a Milano è quella dei Santi Martiri Nereo e Achilleo presso la omonima basilica di via Girolamo Emiliani.
Pur lavorando al Centro Tumori Antonietta riesce a frequentare anche la Scuola Regionale C.R.I. “Principessa Jolanda”, dove si diploma come Assistente Sanitaria Visitatrice: questo nuovo diploma le consente di ha partecipare al concorso di un posto di Assistente Sanitaria all’Istituto Nazionale per la cura dei tumori e lo vince: è il 1977.
All’interno del Centro Tumori diventa, pian piano, un punto di riferimento: merito della sua capacità e competenza ma prima ancora in virtù della sua santità di vita.

Innumerevoli sono le testimonianze riguardo il suo eroico impegno non solo in corsia ed in ufficio ma anche per aiutare i molti malati ed i loro parenti -spesso provenienti da molto lontano- ad affrontare le notevoli difficoltà della malattia e del soggiorno a Milano.
“Non ti preoccupare, penso a tutto io, tu vieni” : cosi incoraggiava a telefono chi, oppresso dal grave male, le chiedeva aiuto prima di recarsi a Milano. Era un grande apostolato e chiunque la cercava aveva il suo appoggio, il suo sostegno, le sue preghiere.
Trova il tempo anche di perfezionare la sua preparazione attraverso alcuni Corsi di livello accademico e persino la prosecuzione degli studi di Medicina (che però non completa).
Nel 1996 Antonietta festeggia il suo Giubileo: 25 anni di Consacrazione al Signore presso l’Istituto Maria Santissima Annunziata.
Nel marzo del 1998 persino la stampa nazionale dà rilievo al suo impegno al Centro Tumori.
Antonietta ha superato i cinquant’anni. Ma la attende, di lì a poco, Sorella morte.
Dopo breve malattia ed atroci sofferenze muore santamente in Milano: sono le sette e trenta del 30 luglio 2001. E’ un lunedì e la Chiesa ricorda San Pietro Crisologo.
Il suo corpo riposa nel Cimitero di Brindisi.

cosimo de matteis

Per ulteriori informazioni non esitare a contattare l’Istituto Maria Santissima Annunziata ( Via Antonino Pio, 40 – 00145 Roma) anche attraverso il Sito internet:

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www.annunziatine.org

Telefono  06 – 54 09 670    –    e-mail:    imsa@tiscali.it

 

 

Una stella di bontà e speranza – ANTONIETTA GUADALUPI

maria-antonietta-guadalupiDue considerazioni. La prima: questo volto parla da solo. E parla ancora di più a chi ha avuto la grazia di conoscere Antonietta. La seconda considerazione: davvero la santità –tranne rarissime eccezioni- “vive” nel nascondimento, nel silenzio, nella umiltà.

Il silenzio non fine a sé stesso: chi “conoscerà” Antonietta attraverso la breve biografia di prossima uscita leggerà tante cose sulla sua voce, così allegra e cristallina in piena sintonia col suo spirito e con la sua persona. Quei “perdindirindina!” o quei “Alleluia!” sono ancora oggi familiari a chi l’ha incrociata: nella sua Brindisi (dove nacque nel 1947) e a Milano che fu la città dove ha trascorso la seconda parte della sua vita.

Una vita interamente donata al Signore (faceva parte dell’Istituto Maria Santissima Annunziata, un “ramo” della famiglia Paolina) e totalmente spesa per amore e con amore.

Una vita breve: soli 53 anni. Antonietta Guadalupi nasce al Cielo nel luglio del 2001, a Milano.

La opportunità per conoscerla sarà data, come detto, dalla pubblicazione della sua biografia (“Una stella di bontà e speranza”) che contiene una edificante raccolta di alcuni suoi scritti (non lavori organici o strutturati: trattasi di “agende, block-notes, lettere, fogli volanti. Sono pensieri e riflessioni sulla Parola di Dio, sul suo cammino spirituale, sul suo lavoro, sulle amicizie; sono propositi, verifiche, progetti”) ed una serie di testimonianze su di lei, inclusa quella di don Gabriele Amorth.

beato-angelico-annuciazioneNoi pubblichiamo quella di due sue Consorelle “Annunziatine” e sue concittadine che oltre a donarci un quadro sintetico ma assolutamente ricco e bello –proprio come era l’anima di Antonietta Guadalupi- ci narra della ultima tappa terrena nella sua Brindisi, nel cui cimitero riposa il suo corpo.(cdm)

Alleluia, lode al Signore

di Patrizia Colaluce e Assuntina Marra

Abbiamo conosciuto Antonietta Guadalupi a Brindisi nel 1985. Era entrata in libreria dove noi lavoriamo quasi in punta di piedi, silenziosa, schiva fino a che gli sguardi non si incrociavano, allora le si illuminava il viso.
Seria ascoltava le nostre ‘fatiche’, le nostre perplessità, i dispiaceri apostolici, incomprensioni e tutto compiva nel suo ‘Alleluia!’. Non formule consolatorie, non risoluzioni, ma un forte, vigoroso ‘Alleluia!’.
E con il suo Alleluia scendevano in cuore pace, serenità e tornava al primo gradino delle priorità la gioia di incontrarci, di ritrovarci, di essere consorelle. Attendevamo la sua visita ogni anno quando scendeva a Brindisi, ahimè, poche volte in un anno e ogni volta, la sua visita sempre intensa.

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Era bello ascoltare da lei racconti, avvenimenti, ecc… usava un linguaggio brillante intercalato da “perdindirindina!” che risuonava come un tintinnare di campanelli. Ci metteva al corrente dei suoi progetti apostolici, ci faceva ‘conoscere’ le persone bisognose, ci coinvolgeva anche in taluni ambiti del suo poliedrico apostolato, intrecciando così una fitta rete tra Brindisi e Milano. Piccole cose ma tanto importanti. Un esempio: le fornivamo croci e medagliette della Vergine Immacolata che giunte a Milano venivano legate manualmente da un volontario del Centro Tumori con un filo di metallo incatenato a semi di carrube e … tante preghiere. Ecco pronte le corone del rosario da porgere ai malati e ai loro familiari.
CHIESA DEL CRISTOAlla visita di Antonietta in libreria, preceduta dalla S. Messa e dalla preghiera nella Chiesa detta del ‘Cristo’, chiesa silenziosa e poco frequentata, seguiva sempre l’invito a condividere una serata.
Per l’ultima Pasqua della sua vita terrena venne in libreria, inaspettata. Ci abbracciammo, ma un velo di tristezza le copriva il volto, le oscurava il sorriso, si sforzava di essere quella di sempre, ma quello sguardo era segnato dalla sofferenza. Pensammo che tutto ciò era dovuto alla stanchezza, non capivamo come potesse gestire quattro linee telefoniche ed essere sempre disponibile. Lo sguardo lasciava intendere profondità di pensiero, serietà di scelte, a suo modo ci stava lasciando il suo testamento spirituale: stare vicino alla sua famiglia.
Per qualche tempo non l’abbiamo sentita. Tale silenzio fu rotto da alcune telefonate delle sorelle che ci invitavano a pregare per Antonietta, che nel frattempo era stata ricoverata. Sgomente per la lontananza andavamo progettando un viaggio per farle sentire il nostro affetto, per darle un saluto, ma mille ostacoli si frapponevano. Tenevamo i contatti con le sorelle di Milano, con i nipoti, con suo fratello Salvatore.
La notizia della malattia di Antonietta si andava diffondendo e la libreria si trasformò nel luogo privilegiato per smistare le notizie tra la gente che l’amava e che pregava per lei.
Poi la notizia della sua dipartita. Antonietta sarebbe tornata a casa, nella sua città natale, ad attenderla tutti i suoi amici, le sue consorelle.
Dovevamo preparare tutto per l’estremo saluto. La macchina che l’avrebbe portata a casa aveva il percorso segnato dal Comune, la legge prevede l’arrivo al Cimitero il mattino presto …. E noi a prodigarci per spostare di poche centinaia di metri l’ultima parte del percorso perché la salma di Antonietta sostasse nella chiesa lì vicino; la chiesa denominata “Cuore Immacolato di Maria”.

Parrocchia CUORE IMMACOLATO DI MARIA - Brindisi

Parrocchia CUORE IMMACOLATO DI MARIA – Brindisi

Non le era dato di entrare in città né l’accoglienza nella Parrocchia di origine, ma non potevamo farle mancare un momento di sosta davanti la chiesa.
In quella Parrocchia non la conoscevano poiché mancava da tanti anni, quindi siamo noi a preparare l’accoglienza. L’altare vestito a festa, le rose bianche come nel sogno premonitore della nostra sorella Ada.
Il feretro arriva in silenzio, Antonietta è sola, siamo alcuni ad accoglierla, entriamo in chiesa, i banchi pian piano vengono occupati, cantiamo le Lodi … non c’è sentore di tristezza, è festa!  Una festa che trova il suo culmine nella celebrazione Eucaristica; la chiesa ora è stracolma. Concelebra anche don Pietro Venturini, collaboratore di don Antonio Castelli e da questi delegato a rappresentare l’Istituto Maria Santissima Annunziata, al quale Antonietta apparteneva. Don Pietro Venturini ha condiviso con noi sin dal giorno precedente i preparativi per la liturgia.
Al termine della celebrazione, prima della benedizione e del congedo, uno alla volta, spinti da un moto invisibile, tanti uomini, donne, giovani, sacerdoti, si avvicendavano al microfono per raccontare Antonietta.
antonietta-guadalupiSi intrecciano storie di umana accoglienza, di ritrovata salute, di speranza, di conversioni, piccoli aneddoti, stralci di dialoghi, testimonianze di atti di carità senza limiti, di accoglienza senza confini, di sacrifici, di preghiere, suppliche accolte, condivise e offerte da Antonietta al Signore ora per la guarigione di uno, ora per la pace interiore dell’altro, per la conferma nella fede di un altro ancora.
Anche i sacerdoti presenti hanno sentito il bisogno di testimoniare. Uno di loro era stato prigioniero del buio, in un baratro da cui non riusciva ad uscire dopo una malattia invalidante. Antonietta si era prestata ad accompagnarlo con la preghiera e non lo aveva più lasciato fino a che non ne era venuto fuori, finché non era tornata la luce.
Abbiamo conosciuta una Antonietta inedita, straordinaria; dai racconti di tante persone sconosciute che non si vergognavano di mettere in piazza le loro miserie, pur di rendere omaggio a lei e ringraziare il Signore per tale dono. Antonietta! Sembra che cielo e terra si stringono in un tenero abbraccio in quelle ore, si perché sono passate delle ore e solo il Parroco di quella chiesa che solo ora la conosceva e ne restava edificato, concluse la celebrazione riportandoci alla realtà per potere, entro i limiti temporali, procedere alla tumulazione.
Ora Antonietta intona “L’Alleluia!” al Maestro e Signore, al suo unico Sposo.

Per ulteriori informazioni non esitare a contattare l’Istituto Maria Santissima Annunziata ( Via Antonino Pio, 40 – 00145 Roma) anche attraverso il Sito internet:

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Anche Padre Livio(Radio Maria) ricorda Don Gabriele Amorth

PADRE LIVIO celebraCome è già stato scritto (vedi QUI) la bella figura del sacerdote esorcista don Gabriele Amorth, morto  a Roma venerdì sera 16 settembre, è stata conosciuta da moltissimi italiani attraverso i mezzi di comunicazione.

Fra questi occupa un posto di riguardo Radio Maria dove il Religioso modenese ha condotto la trasmissione  “Racconti di un esorcista”, sempre seguitissima dagli ascoltatori, per oltre vent’anni.  E lo stesso Padre Livio Fanzaga, direttore dell’emittente cattolica, lo ricorda.

Lo fa con un breve comunicato apparso nel sito (che di seguito riportiamo) e con la messa in onda LUNEDÌ SERA (il giorno del funerale)  ALLE ORE 22.45 : della registrazione- viva voce di Don Amorth- di spezzoni della trasmissione fissa che conduceva fin dal 1990:

don-amorth-a-radio-mariaE’ ritornato alla casa del Padre a 91 anni don Gabriele Amorth, sacerdote paolino ed uno degli esorcisti più famosi al mondo, che esercitava il suo ministero nella Diocesi di Roma. Era conduttore di Radio Maria fin dal lontano 1990 e dai nostri microfoni ha fatto risvegliare nella Chiesa il ministero dell’esorcismo che stava andando in disuso. Cuore profondamente mariano, Padre Amorth era dotato di una notevole cultura, che gli ha permesso di confrontarsi con psicologi e psichiatri sul tema delle malattie spirituali. La sua grande popolarità era dovuta alla sua capacità di esprimersi con un linguaggio semplice e chiaro e di ascoltare con pazienza le persone, rasserenandole e orientandole sul cammino della speranza. Raccomandiamo alla grande famiglia di Radio Maria il ricordo al Signore di questo esemplare sacerdote, auspicando che la sua eredità spirituale sia messa a frutto per il bene delle anime.

Padre Livio Fanzaga – Radio Maria

Quelle parole di don Gabriele Amorth riguardo il libro di Mons. Marinelli

Parole di don Gabriele Amorth che fanno riflettere.
Anzi: DEVONO far riflettere!

copertina VIA COL VENTO

Don Gabriele Amorth - DEVOTI

DON AMORTH E GIOVANNI PAOLO II La seconda cosa che voglio dire riguarda un libro. Nel 1999 è uscito un libro che s’intitola Via col vento in Vaticano. L’autore, anonimo, era un monsignore della curia romana. Presto tutti seppero il suo nome, Luigi Marinelli. Prima della pubblicazione del libro Marinelli venne più volte a confidarsi con me.

Era indeciso se pubblicare il libro o meno. Perché questa indecisione? Perché il libro è una collezione di aneddoti piccanti. Storie di carriere, arrivismi, avventure amorose.

E anche riti e pratiche poco chiare, che si avvicinano al satanismo. Certo, non tutto quello che c’è scritto in quel libro è vero, ma in gran parte lo è. Questo è il mio parere.
Ora, questo libro, appena uscito sparì dai banchi delle librerie. Il Vaticano fece comperare tutte le copie. E poi, cosa ancora più curiosa, l’uscita fece pochissimo chiasso sui giornali. Perché?

Come fu possibile che rivelazioni così esplosive non…

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