Una stella di bontà e speranza – ANTONIETTA GUADALUPI

maria-antonietta-guadalupiDue considerazioni. La prima: questo volto parla da solo. E parla ancora di più a chi ha avuto la grazia di conoscere Antonietta. La seconda considerazione: davvero la santità –tranne rarissime eccezioni- “vive” nel nascondimento, nel silenzio, nella umiltà.

Il silenzio non fine a sé stesso: chi “conoscerà” Antonietta attraverso la breve biografia di prossima uscita leggerà tante cose sulla sua voce, così allegra e cristallina in piena sintonia col suo spirito e con la sua persona. Quei “perdindirindina!” o quei “Alleluia!” sono ancora oggi familiari a chi l’ha incrociata: nella sua Brindisi (dove nacque nel 1947) e a Milano che fu la città dove ha trascorso la seconda parte della sua vita.

Una vita interamente donata al Signore (faceva parte dell’Istituto Maria Santissima Annunziata, un “ramo” della famiglia Paolina) e totalmente spesa per amore e con amore.

Una vita breve: soli 53 anni. Antonietta Guadalupi nasce al Cielo nel luglio del 2001, a Milano.

La opportunità per conoscerla sarà data, come detto, dalla pubblicazione della sua biografia (“Una stella di bontà e speranza”) che contiene una edificante raccolta di alcuni suoi scritti (non lavori organici o strutturati: trattasi di “agende, block-notes, lettere, fogli volanti. Sono pensieri e riflessioni sulla Parola di Dio, sul suo cammino spirituale, sul suo lavoro, sulle amicizie; sono propositi, verifiche, progetti”) ed una serie di testimonianze su di lei, inclusa quella di don Gabriele Amorth.

beato-angelico-annuciazioneNoi pubblichiamo quella di due sue Consorelle “Annunziatine” e sue concittadine che oltre a donarci un quadro sintetico ma assolutamente ricco e bello –proprio come era l’anima di Antonietta Guadalupi- ci narra della ultima tappa terrena nella sua Brindisi, nel cui cimitero riposa il suo corpo.(cdm)

Alleluia, lode al Signore

di Patrizia Colaluce e Assuntina Marra

Abbiamo conosciuto Antonietta Guadalupi a Brindisi nel 1985. Era entrata in libreria dove noi lavoriamo quasi in punta di piedi, silenziosa, schiva fino a che gli sguardi non si incrociavano, allora le si illuminava il viso.
Seria ascoltava le nostre ‘fatiche’, le nostre perplessità, i dispiaceri apostolici, incomprensioni e tutto compiva nel suo ‘Alleluia!’. Non formule consolatorie, non risoluzioni, ma un forte, vigoroso ‘Alleluia!’.
E con il suo Alleluia scendevano in cuore pace, serenità e tornava al primo gradino delle priorità la gioia di incontrarci, di ritrovarci, di essere consorelle. Attendevamo la sua visita ogni anno quando scendeva a Brindisi, ahimè, poche volte in un anno e ogni volta, la sua visita sempre intensa.

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Era bello ascoltare da lei racconti, avvenimenti, ecc… usava un linguaggio brillante intercalato da “perdindirindina!” che risuonava come un tintinnare di campanelli. Ci metteva al corrente dei suoi progetti apostolici, ci faceva ‘conoscere’ le persone bisognose, ci coinvolgeva anche in taluni ambiti del suo poliedrico apostolato, intrecciando così una fitta rete tra Brindisi e Milano. Piccole cose ma tanto importanti. Un esempio: le fornivamo croci e medagliette della Vergine Immacolata che giunte a Milano venivano legate manualmente da un volontario del Centro Tumori con un filo di metallo incatenato a semi di carrube e … tante preghiere. Ecco pronte le corone del rosario da porgere ai malati e ai loro familiari.
CHIESA DEL CRISTOAlla visita di Antonietta in libreria, preceduta dalla S. Messa e dalla preghiera nella Chiesa detta del ‘Cristo’, chiesa silenziosa e poco frequentata, seguiva sempre l’invito a condividere una serata.
Per l’ultima Pasqua della sua vita terrena venne in libreria, inaspettata. Ci abbracciammo, ma un velo di tristezza le copriva il volto, le oscurava il sorriso, si sforzava di essere quella di sempre, ma quello sguardo era segnato dalla sofferenza. Pensammo che tutto ciò era dovuto alla stanchezza, non capivamo come potesse gestire quattro linee telefoniche ed essere sempre disponibile. Lo sguardo lasciava intendere profondità di pensiero, serietà di scelte, a suo modo ci stava lasciando il suo testamento spirituale: stare vicino alla sua famiglia.
Per qualche tempo non l’abbiamo sentita. Tale silenzio fu rotto da alcune telefonate delle sorelle che ci invitavano a pregare per Antonietta, che nel frattempo era stata ricoverata. Sgomente per la lontananza andavamo progettando un viaggio per farle sentire il nostro affetto, per darle un saluto, ma mille ostacoli si frapponevano. Tenevamo i contatti con le sorelle di Milano, con i nipoti, con suo fratello Salvatore.
La notizia della malattia di Antonietta si andava diffondendo e la libreria si trasformò nel luogo privilegiato per smistare le notizie tra la gente che l’amava e che pregava per lei.
Poi la notizia della sua dipartita. Antonietta sarebbe tornata a casa, nella sua città natale, ad attenderla tutti i suoi amici, le sue consorelle.
Dovevamo preparare tutto per l’estremo saluto. La macchina che l’avrebbe portata a casa aveva il percorso segnato dal Comune, la legge prevede l’arrivo al Cimitero il mattino presto …. E noi a prodigarci per spostare di poche centinaia di metri l’ultima parte del percorso perché la salma di Antonietta sostasse nella chiesa lì vicino; la chiesa denominata “Cuore Immacolato di Maria”.

Parrocchia CUORE IMMACOLATO DI MARIA - Brindisi

Parrocchia CUORE IMMACOLATO DI MARIA – Brindisi

Non le era dato di entrare in città né l’accoglienza nella Parrocchia di origine, ma non potevamo farle mancare un momento di sosta davanti la chiesa.
In quella Parrocchia non la conoscevano poiché mancava da tanti anni, quindi siamo noi a preparare l’accoglienza. L’altare vestito a festa, le rose bianche come nel sogno premonitore della nostra sorella Ada.
Il feretro arriva in silenzio, Antonietta è sola, siamo alcuni ad accoglierla, entriamo in chiesa, i banchi pian piano vengono occupati, cantiamo le Lodi … non c’è sentore di tristezza, è festa!  Una festa che trova il suo culmine nella celebrazione Eucaristica; la chiesa ora è stracolma. Concelebra anche don Pietro Venturini, collaboratore di don Antonio Castelli e da questi delegato a rappresentare l’Istituto Maria Santissima Annunziata, al quale Antonietta apparteneva. Don Pietro Venturini ha condiviso con noi sin dal giorno precedente i preparativi per la liturgia.
Al termine della celebrazione, prima della benedizione e del congedo, uno alla volta, spinti da un moto invisibile, tanti uomini, donne, giovani, sacerdoti, si avvicendavano al microfono per raccontare Antonietta.
antonietta-guadalupiSi intrecciano storie di umana accoglienza, di ritrovata salute, di speranza, di conversioni, piccoli aneddoti, stralci di dialoghi, testimonianze di atti di carità senza limiti, di accoglienza senza confini, di sacrifici, di preghiere, suppliche accolte, condivise e offerte da Antonietta al Signore ora per la guarigione di uno, ora per la pace interiore dell’altro, per la conferma nella fede di un altro ancora.
Anche i sacerdoti presenti hanno sentito il bisogno di testimoniare. Uno di loro era stato prigioniero del buio, in un baratro da cui non riusciva ad uscire dopo una malattia invalidante. Antonietta si era prestata ad accompagnarlo con la preghiera e non lo aveva più lasciato fino a che non ne era venuto fuori, finché non era tornata la luce.
Abbiamo conosciuta una Antonietta inedita, straordinaria; dai racconti di tante persone sconosciute che non si vergognavano di mettere in piazza le loro miserie, pur di rendere omaggio a lei e ringraziare il Signore per tale dono. Antonietta! Sembra che cielo e terra si stringono in un tenero abbraccio in quelle ore, si perché sono passate delle ore e solo il Parroco di quella chiesa che solo ora la conosceva e ne restava edificato, concluse la celebrazione riportandoci alla realtà per potere, entro i limiti temporali, procedere alla tumulazione.
Ora Antonietta intona “L’Alleluia!” al Maestro e Signore, al suo unico Sposo.

Per ulteriori informazioni non esitare a contattare l’Istituto Maria Santissima Annunziata ( Via Antonino Pio, 40 – 00145 Roma) anche attraverso il Sito internet:

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www.annunziatine.org

2 pensieri su “Una stella di bontà e speranza – ANTONIETTA GUADALUPI

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